Rudolf Minsch, che lavoro fanno oggi i suoi tre figli o che formazione stanno seguendo?
Due sono ancora in formazione. Il più grande ha appena finito gli studi universitari e ora sta cercando un posto di lavoro fisso adeguato.
Come ha vissuto personalmente il processo di scelta professionale dei suoi figli?
I miei due figli più grandi hanno frequentato il liceo e per molto tempo non sono riusciti a decidere cosa volevano fare. La mia figlia più piccola, invece, voleva fare un apprendistato e ben presto ha iniziato a pensare a quale professione scegliere. Nel corso di questo processo e anche dopo, soprattutto durante l'apprendistato, ha vissuto uno sviluppo personale molto positivo. Ha imparato presto ad assumersi responsabilità e a lavorare in team. I due più grandi ci hanno messo un po’ a trovare la loro strada professionale. A mio avviso, sarebbe urgentemente necessario rendere obbligatorie le lezioni di orientamento professionale, compresi gli stage di orientamento professionale, anche per i giovani che seguono un percorso di formazione scolastica a tempo pieno. Col senno di poi, avrei dovuto incoraggiare maggiormente i due più grandi a prendere in considerazione anche un apprendistato professionale.
Come valuta oggi le prospettive professionali?
Il cambiamento demografico gioca a favore delle giovani generazioni. La carenza di professionisti qualificati offre molteplici opportunità di inserimento nel mondo del lavoro e anche le prospettive di una carriera interessante sono buone. Tuttavia, anche i giovani devono affermarsi e dimostrare buone prestazioni per farsi strada. Va detto però che vivere in Svizzera è un privilegio. Abbiamo opportunità di lavoro molto interessanti e diversificate nell'industria, nell’artigianato e nel commercio come pure nel settore dei servizi. Le possibilità di carriera sono aperte.
La sua carriera professionale era già prestabilita?
Assolutamente no. Visto che mio fratello voleva rilevare l'azienda agricola dei nostri genitori, ho potuto scegliere liberamente cosa fare. Ho frequentato il preliceo a Schiers, ma poi volevo fare il maestro di scuola elementare. Dopo tre anni come insegnante, ho deciso di iscrivermi all'Università di San Gallo (HSG). Da quel momento in poi, il percorso è stato piuttosto lineare. Studi di economia politica, formazione continua presso il Studienzentrum Gerzensee, dottorato all'HSG e soggiorno di ricerca alla Boston University. Ho avuto il vantaggio di poter decidere da solo, anche se i miei genitori o le persone che mi circondavano talvolta mi davano consigli anche molto diversi.
Quale influsso ha l’istruzione sullo sviluppo economico di un Paese?
L'istruzione è la risorsa principale dell’economia nazionale. Costituisce la base per una ricerca eccellente, per l'innovazione e quindi per la competitività di una nazione. Un'istruzione forte garantisce le competenze di base nella società e crea i presupposti per l'apprendimento vita natural durante. Ciò consente alle persone di reagire ai cambiamenti, come la digitalizzazione, di perfezionarsi e di ricevere una formazione e un aggiornamento professionale sempre in linea con le esigenze del mercato del lavoro.
La formazione professionale in Svizzera è considerata un modello di successo. Perché il nostro sistema è apprezzato in patria e ammirato all’estero?
La formazione professionale è orientata alla pratica e impartisce ai giovani una formazione rilevante per il mercato del lavoro. Può essere continuamente adattata e sviluppata in base ai cambiamenti dell'economia e del mercato del lavoro. Con la formazione professionale superiore, la maturità professionale e l'accesso alle scuole universitarie professionali, offre inoltre una base eccellente per proseguire la formazione a livello terziario. La Svizzera dispone quindi di un sistema educativo altamente permeabile che garantisce che ogni formazione offra opportunità di proseguimento. Il sistema duale di formazione professionale e l'alta percentuale di giovani, circa due terzi, che scelgono questo percorso sono spesso addotti come possibile spiegazione del basso tasso di disoccupazione giovanile rispetto ad altri Paesi.
Perché in molti ambienti la formazione professionale gode di una minore reputazione rispetto al percorso accademico?
Soprattutto nella mente di molti genitori, in particolare quelli con un background migratorio, la formazione professionale appare spesso poco attraente. Sovente non sono sufficientemente a conoscenza della permeabilità del sistema educativo e del fatto che con un diploma di formazione professionale è possibile conseguire salari competitivi e intraprendere una fantastica carriera. I genitori hanno inoltre un notevole influsso sulla scelta professionale dei propri figli.
Quanto è realmente permeabile il nostro sistema formativo? Esistono solidi studi in merito?
Non esiste un parametro specifico per misurare la permeabilità del sistema formativo. Tuttavia, lo studio di Patrick Chuard-Keller e Veronica Grassi «Switzer-Land of Opportunity: Intergenerational Income Mobility in the Land of Vocational Education» evidenzia in modo impressionante che, nonostante una mobilità formativa piuttosto bassa rispetto ad altri Paesi, la Svizzera vanta una mobilità reddituale molto elevata. Ciò è da ascrivere al sistema duale di formazione professionale e all'alta permeabilità del sistema educativo. Il fatto che i giovani frequentino l'università o intraprendano un percorso formativo professionale ha un impatto relativamente basso sullo stipendio.
Quanto è importante la formazione professionale per la competitività e la capacità innovativa della Svizzera?
La sua importanza non va sopravvalutata. La formazione professionale si contraddistingue per la sua forte vicinanza al mercato del lavoro e garantisce un trasferimento continuo di conoscenze tra pratica e formazione. In particolare, grazie alla formazione professionale superiore e alle scuole universitarie professionali, le collaboratrici e i collaboratori possono studiare parallelamente all'attività lavorativa e applicare direttamente le nuove conoscenze acquisite nella propria quotidianità professionale. È inoltre dimostrato che le persone che entrano presto nel mercato del lavoro tendono ad essere più innovative e imprenditoriali. La formazione professionale contribuisce quindi in modo decisivo ad assicurare che le aziende restino innovative e siano in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti economici.
Numerose professioni di un tempo sono scomparse, al contempo ne nascono continuamente di nuove. La formazione professionale ha gli strumenti adeguati per affrontare il futuro?
Ciò mette in luce quanto la formazione professionale sia fortemente orientata alle esigenze del mercato del lavoro. I giovani vengono formati proprio nelle competenze che saranno richieste in futuro, il che rende il sistema estremamente efficiente. Grazie al suo stretto legame con la pratica, la formazione professionale interagisce costantemente con le esigenze dell'economia in continua trasformazione e può allinearsi in modo flessibile. È fondamentale che anche in futuro le aziende abbiano un incentivo sufficiente a mettere a disposizione un numero adeguato di posti di apprendistato per garantire una nuova generazione di lavoratrici e lavoratori qualificati. A tale scopo servono condizioni quadro che lascino ai settori professionali e alle aziende sufficiente margine di manovra. Sovvenzioni o curatela statale sarebbero invece l'approccio sbagliato.
In che modo gli sviluppi tecnologici modificheranno l’istruzione? Cosa si aspetta esattamente per la formazione professionale?
Proprio lo sviluppo dell'intelligenza artificiale sfiderà la scuola e la formazione professionale a riportare il processo di apprendimento al centro dell'attenzione. Poiché l'IA è in grado di creare interi lavori o progetti, sarà fondamentale accompagnare da vicino il processo di apprendimento. Gli studenti devono essere in grado di illustrare in modo tracciabile e spiegare oralmente come sono giunti ai risultati e cosa hanno appreso. Non devono solo saper maneggiare in modo sicuro i tool digitali e l'IA, ma pure sviluppare la capacità di riflettere cono spirito critico e classificare le informazioni. Competenze di base solide e conoscenze specialistiche approfondite sono quindi più importanti che mai, perché solo chi possiede conoscenze proprie è in grado di valutare se i contenuti generati dall'IA sono corretti e affidabili. Per la formazione professionale ciò significa che, oltre alla formazione pratica, l'approccio critico alle nuove tecnologie e la capacità di apprendimento durante tutta la vita assumeranno un'importanza ancora maggiore.
In futuro, i percorsi formativi e i piani di studio dovranno essere adeguati in modo ancora più rapido e flessibile?
Non c’è dubbio che sia importante adeguare costantemente i percorsi formativi alle esigenze attuali dell'economia e svilupparli ulteriormente. Anche i piani di studio devono poter reagire in modo flessibile ai cambiamenti. Tuttavia, è fondamentale che questi adeguamenti siano oggettivi e non ideologici. La scuola dovrebbe soprattutto garantire che, al termine dell’obbligatorietà scolastica, gli studenti dispongano di solide competenze di base e siano in grado di valutare criticamente le informazioni. Questo è il fondamento per tutta la formazione e il perfezionamento professionale post scuola dell’obbligo.
Passiamo ora al mondo del lavoro e delle professioni del futuro. Quali professioni non esisteranno più nel 2050?
È risaputo che saranno proprio le attività ripetitive, sia manuali che cognitive, a risentire maggiormente dell'intelligenza artificiale e della tecnologizzazione. Le professioni caratterizzate da compiti altamente standardizzati e ripetitivi subiranno quindi probabilmente un forte calo o un cambiamento radicale entro il 2050. Tra queste figurano, per esempio, semplici attività di raccolta dati o compiti amministrativi, lavori di produzione standardizzati o processi di routine in ufficio compresi i servizi legali.
In quali settori nasceranno nuove professioni?
Le nuove professioni nasceranno soprattutto in ambiti che richiedono creatività, risoluzione di problemi complessi, interazione sociale o pensiero critico, tutte competenze difficilmente sostituibili dall'IA. Avrà un ruolo centrale anche la gestione della crescente quantità di dati. Di conseguenza, le professioni nei settori dell'analisi dei dati, dell'intelligenza artificiale, della sicurezza informatica, della trasformazione digitale, ma anche nelle funzioni interdisciplinari di innovazione e consulenza diventeranno sempre più importanti.
Potrebbe fare degli esempi concreti di come l’IA stia cambiando già oggi il mondo del lavoro?
L'IA sta già cambiando in modo tangibile il mondo del lavoro in molti settori. Nelle banche, per esempio, i processi vengono automatizzati, le chatbot gestiscono le richieste della clientela e i robo-advisor forniscono supporto nella consulenza sugli investimenti. L'IA svolge ricerche giuridiche o semplifica le attività amministrative. Nell'industria, i processi di produzione vengono ottimizzati e la garanzia della qualità migliorata grazie a sistemi basati sull'IA. Anche nel settore sanitario vengono utilizzate applicazioni IA per la diagnostica o per la verbalizzazione e documentazione dei colloqui con i pazienti. Pure nel lavoro quotidiano d'ufficio, i sistemi di assistenza intelligenti facilitano lo smistamento e l'analisi dei dati, automatizzano le attività di routine e supportano i dipendenti nei processi decisionali. Per di più, l'IA renderà il lavoro più individuale, flessibile e produttivo, supportando in modo mirato i processi di apprendimento e decisionali.
Lo sviluppo tecnologico non viene spesso sopravvalutato? L’IA modificherà il mondo del lavoro così tanto come spesso si afferma?
L'intelligenza artificiale porterà sicuramente alcuni cambiamenti nel mondo del lavoro e, come già menzionato, alcuni posti di lavoro saranno più colpiti di altri, in particolare quelli che prevedono attività ripetitive. Ma soprattutto, l'IA è già oggi un aiuto prezioso e continuerà ad esserlo anche in futuro: ci sostiene nel lavoro quotidiano, semplifica i processi e aumenta la nostra produttività. I cambiamenti ci saranno, ma l'IA è più uno strumento per incrementare l'efficienza e fornire supporto che un sostituto universale del lavoro umano.
Tramite l’IA è ancora più facile e rapido acquisire conoscenze. In futuro non sarà più necessaria tutta questa istruzione, dato che ognuno potrà procurarsi velocemente le informazioni?
Al contrario: a seguito dell'IA la conoscenza diventerà più importante che mai. Infatti, proprio grazie a strumenti come ChatGPT circolano anche molte informazioni false che gli studenti devono riconoscere e contestualizzare. Per questo è indispensabile avere la capacità di analizzare criticamente le informazioni. Al contempo l'IA dovrebbe essere utilizzata come strumento di apprendimento: essa consente un apprendimento personalizzato, cosiddetto adattivo. L'IA è in grado di rilevare con precisione ciò che gli studenti già sanno e in quali ambiti hanno ancora bisogno di sostegno o esercitazione. In questo modo l'istruzione non diverrà meno importante, ma più finalizzata ed efficace, perché i processi di apprendimento saranno accompagnati in modo mirato e gli studenti saranno sostenuti proprio dove ne avranno più bisogno.
L’IA sarà in grado di attenuare la carenza di personale qualificato grazie all’incremento dell’efficienza?
In settori come l'istruzione, ovvero il corpo insegnante, e la sanità, per esempio medici e personale curante, difficilmente l’IA riuscirà a mitigare la carenza di personale specializzato. A causa dell'andamento demografico, il fabbisogno di specialiste e specialisti qualificati in questi settori rimarrà elevato. Sicuramente le applicazioni IA accresceranno la produttività in molte professioni. Tuttavia, l'esperienza del passato insegna che la scomparsa di determinati mestieri crea di solito anche nuove attività. Affinché la forza lavoro possa soddisfare queste nuove esigenze, sono determinanti una formazione e una formazione continua mirate. L'IA può fornire supporto, alleggerire il carico di lavoro e rendere i processi più efficienti, ma non sostituisce la necessità di persone ben formate in settori professionali chiave. È inoltre necessario che anche l’amministrazione pubblica utilizzi l'IA per aumentare l'efficienza e che si inverta la tendenza a creare sempre più uffici e posti amministrativi.
Quali sono gli svantaggi dell’IA per l’economia?
L'IA offre molte opportunità all'economia, ma comporta anche dei rischi se utilizzata in modo acritico. Per esempio, informazioni errate o analisi sbagliate possono compromettere il processo decisionale se i dipendenti non sono sufficientemente formati per mettere in discussione i risultati in modo critico. Inoltre, la formazione e la formazione continua vanno adattate alle mutate esigenze dettate dall'IA. Se ciò non avviene, si rischiano lacune nelle qualifiche e processi inefficienti. A ciò si aggiungono rischi per la protezione dei dati e la sicurezza: i sistemi di IA elaborano grandi quantità di dati sensibili che, se non adeguatamente protetti, potrebbero essere oggetto di abuso o pirateria informatica. Le aziende devono quindi garantire in ogni momento l'integrità dei dati, la riservatezza e la compliance.
Considerati i cambiamenti tecnologici in arrivo, cosa consiglierebbe ai giovani che oggi si trovano di fronte all’interrogativo: apprendistato o studio?
L'esperienza professionale è oggi, come lo sarà anche in futuro, determinante per il successo sul mercato del lavoro. L'apprendistato professionale offre una formazione pratica che consente l'ingresso diretto nel mondo del lavoro e allo stesso tempo apre la strada alla formazione professionale superiore o, tramite la maturità professionale, alle scuole universitarie professionali, spesso parallelamente all'attività lavorativa. Un recente studio di BSS mostra inoltre che proprio con la formazione professionale superiore è possibile ottenere rendimenti molto elevati. Ciò significa che i benefici finanziari di una formazione o di una formazione continua superano i costi sostenuti, anche se si tiene conto del tempo impiegato. Le sta bene così? In generale, le differenze salariali tra i diplomi del terzo terziario, ovvero formazione professionale superiore, scuola universitaria professionale o università, sono relativamente esigue. Tenuto conto di questo, consiglierei ai giovani di prendere una decisione non solo in base al diploma o al titolo di studio, ma soprattutto in base ai propri interessi, punti di forza e preferenze di apprendimento. Sia la formazione professionale di base che gli studi universitari possono offrire eccellenti basi per adattarsi ai cambiamenti tecnologici del futuro. È importante che nel frattempo acquisiscano esperienza pratica e sviluppino costantemente le loro capacità.
Come bisogna preparare il terreno oggi affinché la formazione professionale continui a essere un modello di successo anche fra 20 anni?
Affinché la formazione professionale rimanga un modello di successo, ci vuole soprattutto un lavoro di sensibilizzazione e informazione dei genitori: devono rendersi conto di quanto sia attrattivo il sistema duale di formazione professionale e di quanto sia effettivamente permeabile il sistema formativo svizzero. L'obiettivo non è quello di aumentare ulteriormente il tasso di maturità e, dal punto di vista dell'economia, non ha neppure senso un ulteriore potenziamento delle scuole medie specializzate (FMS). A parte consentire l'accesso alla formazione di insegnante di scuola elementare, questo format è poco proficuo a causa della sua estraneità alla pratica. Allo stesso tempo, i settori professionali e le aziende formatrici devono poter contare su condizioni quadro competitive per offrire un numero sufficiente di posti di apprendistato. In questo contesto, disposizioni come otto settimane di vacanza per le apprendiste e gli apprendisti sono controproducenti. È fondamentale che la formazione professionale rimanga orientata alla pratica, prepari in modo ottimale i giovani al mercato del lavoro e allo stesso tempo sia in grado di reagire in modo flessibile ai cambiamenti.